Ellington/Čaikovskij – The Nervi concert: 30 luglio a Genova

Il concerto si terrà presso il teatro ai parchi, villa Grimaldi Fassio.

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Nervi Music Ballet Festival 2021 

Ellington/Čaikovskij – The Nervi concert 

Dado Moroni Trio
Dado Moroni, pianoforte
Riccardo Fioravanti, contrabbasso
Enzo Zirilli, batteria 

Marco Guidarini, direttore
Paolo Silvestri, direttore 

Orchestra del Teatro Carlo Felice 

Teatro ai Parchi, Villa Grimaldi Fassio
Venerdì 30 luglio, ore 21.15

 

Info e biglietti: www.nervimusicballetfestival.it

Venerdì 30 luglio, alle ore 21.15 il Nervi Music Ballet Festival 2021 presenta Ellington/Čajkovskij. The Nervi Concert e si fa teatro di un evento dedicato alla grande musica, al di là di ogni distinzione di genere. Protagonisti in scena, i musicisti del Dado Moroni Trio – Dado Moroni al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Enzo Zirilli alla batteria – svetteranno sull’Orchestra del Teatro Carlo Felice, alla testa della quale si alterneranno due direttori d’eccezione, il “classico” Marco Guidarini e il direttore “jazz” Paolo Silvestri, in una produzione musicale in prima esecuzione assoluta, realizzata dalla Fondazione Teatro Carlo Felice per il Nervi Music Ballet Festival 2021.
Il programma di The Nervi Concert si apre con la Suite dal balletto Lo schiaccianoci su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, per la coreografia di Marius Petipa e Lev Ivanov, con la direzione musicale di Marco Guidarini, cui segue l’omaggio al genio di Duke Ellington, con la Suite tratta dal balletto The River, creato da Ellington nel 1970 per l’American Ballet Theatre su coreografie di Alvin Ailey, con la direzione musicale di Paolo Silvestri. A concatenare in un unicum coerente e inedito i due capolavori sarà il percorso in chiave jazz sviluppato dal Dado Moroni Trio.
“Cosa unisce Duke Ellington a Čajkovskij? Sicuramente la musica, tutta, e le straordinarie doti compositive di entrambi ma forse ancor di più l’amore per il balletto, racconta Dado Moroni. Entrambi hanno scritto balletti meravigliosi, che hanno fatto e continuano a fare sognare nei decenni. Nel jazz e nell’improvvisazione trovo la chiave per fare emergere le loro peculiarità e creare, tutto attorno e attraverso questa musica immortale, una chiave di lettura, di certo molto personale, ma spero in grado di valorizzare l’opera di questi due grandi compositori, che mi affascinano. Come affermava Leonard Bernstein, la musica non è né alta né bassa, ma si distingue semplicemente in “buona” o “cattiva musica”, ed è a partire da questo assunto che possiamo riascoltare l’intera tradizione musicale, oggi, certi che il jazz e la classica abbiano ancora moltissimo da “dirsi” e da condividere, in nome di una comune nobiltà culturale”.
Nella partitura della sua suite sinfonica dal balletto su coreografia di Alvin Ailey The River, del 1970, in sette movimenti (Spring, Meander, Giggling rapids, Lake, Vortex, Riba, Village Virgins), Ellington scrisse descrizioni dettagliate degli eventi e delle scene “rappresentanti” il fiume, nel suo corso dalla sorgente gorgogliante al mare. Preso dall’immaginario dell’acqua in tutte le sue forme (e dopo essersi immerso nell’abbondante repertorio di “water music” nei secoli, da Haendel a Debussy), Ellington intende il corso dell’acqua – dalla sorgente, attraverso il fiume fino al mare, poi evaporando per tornare sotto forma di pioggia o neve – anche quale metafora spirituale. Quando raggiunge il mare, scrive, “il fiume non è più un fiume. Ha superato il suo punto di sbarco e qui ci rendiamo conto della validità del fondamento della religione che è la celeste anticipazione della rinascita”.La facilità melodica espressa, cent’anni prima, da Čajkovskij nel balleto coreograrfato da Marius Petipa Lo Schiaccianoci (1892), sua caratteristica più in generale, è solo uno dei tratti che da sempre affascina la musica improvvisata e in particolare il jazz, tanto che lo stesso Duke Ellington dedicò al capolavoro del balletto classico la sua Nutcracker Suite (1960). L’atmosfera incantata e i tratti fiabeschi, dai risvolti per certi aspetti vagamente inquietanti (seppure nella versione “depurata” dal perturbante, elaborata da Alexandre Dumas padre, della trama originale di Theodor Amadeus Hoffmann) sono un altro aspetto di fascinazione che risuona a lungo, dopo ciascuna visione del balletto o ascolto dell’omonima suite, e che ne fanno uno dei titoli “cult” della tradizione natalizia anglosassone.