Quando cominciai i miei studi in canto al conservatorio di Musica di Cagliari, l’insegnante di allora invitò in classe il soprano Leyla Gencer che in quei giorni si esibiva nell’opera Macbeth al teatro Massimo di Cagliari. Per noi studenti fu una bellissima esperienza perchè ci raccontò un po’ di se e di come iniziò la sua carriera. Ci regalò poi il suo autografo nei nostri primi spartiti. Avendo scoperto da poco una certa passione e curiosità verso la cultura turca , grazie anche alle serie televisive molte delle quali ispirate a storie vere, ho capito quanto sia stata fortunata questa grande artista nell’emergere da una cultura e stile di vita così difficile ed arretrato.  Sarebbe bellissimo se qualche sceneggiatore pensasse ad un film su questa grande artista.

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Leyla Gencer (una “Giovane Notte” in turco) nasce a Istanbul nel 1928 in un contesto abbiente, da padre turco, un ricco possidente terriero dalle ampie vedute, e da madre polacca, cattolica di estrazione e molto acculturata.

Leyla cresce in una casa di legno e pietra costruita su un giardino pensile che si affaccia sul Bosforo, in una Istanbul che guarda all’Occidente. Scopre di avere una voce già all’età di 9 anni: di ritorno da scuola, costringe una compagna di classe a ripetere una polifonia a due voci sotto la pioggia.

Appassionata di teatro e assetata di sapere e conoscenza, Leyla divora libri su libri tanto che a 13 anni ha letto già tutti i classici francesi. Dopo aver studiato dalle suore al collegio francese, Leyla continua gli studi al Liceo Italiano di Istanbul, dove si innamora di Dante e D’Annunzio, anche se gli studi sono interrotti dalla morte del padre e l’inizio delle ristrettezze economiche della famiglia.

Nel frattempo la ragazza coltiva l’amore per il canto ascoltando e riascoltando i dischi di Toti Dal Monte. Si iscrive al conservatorio in un periodo dove una moltitudine di cantanti e musicisti europei vengono chiamati a insegnare. L’incontro destinato a cambiarle la vita ha luogo nel 1949 quando il grande soprano italiano Giannina Arangi Lombardi si trova in vacanza a Istanbul. Leyla, insieme a un basso armeno, riesce ad avvicinarla e a farsi ascoltare anche se svogliatamente. Con incoscienza adolescenziale e senza saperlo, Leyla canta “Ritorna vincitor” e “Cieli azzurri” da Aida, a colei che era stata una storica interprete di questo ruolo.

Arangi Lombardi rimane colpita e si offre di darle lezioni in cambio di ospitalità. Sono due settimane dove Gencer getterà fondamenta tecniche preziose, imparando a ombreggiare il canto con espressività e controllo del fiato (celebri rimarranno le mezzevoci, i pianissimo in acuto e i filati della Diva Turca) senza cedere a smanie veriste di urlo. La cantante italiana la spinge poi a seguirla al Teatro di Ankara, dove continuerà a prendere lezioni e inizierà a esibirsi come cantante d’opera.

La sua fama aumenta e Gencer diventa richiestissima per concerti privati nei circoli che contano e nelle ambasciate, in un momento in cui la Turchia viene corteggiata dalle potenze dei due blocchi. Canta per capi di Stato, principesse e ambasciatori. È proprio tramite i contatti diplomatici che Gencer si procura il primo viaggio italiano, dove viene chiamata per una registrazione radiofonica RAI nel ‘53. Il giorno successivo, piombano offerte e ha la meglio il Teatro San Carlo che la fa debuttare dopo un’audizione all’Arena Flegrea in Cavalleria rusticana.

Il maestro Tullio Serafin la nota alla seconda recita e la scrittura per Onegin l’anno successivo. È l’inizio di una carriera che la porterà in diversi teatri italiani, esteri e poi il tanto sognato palco della Scala per la prima volta nel 1957

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